martedì 1 gennaio 2008

Un caro amico entra nel calcio che conta: grande Christian!

Essendo in questo scorcio di vacanze natalizie in vena di celebrazioni e salamelecchi, dopo avervi parlato di interno 11 voglio rendere di pubblico dominio un altro piacevole evento che mi ha coinvolto indirettamente pochi giorni fa.
Christian Massella, mio caro amico, passa a soli 18 anni dalla società calcistica di Serie D in cui ha sempre militato, l'Ostiamare, all' A.S. Bari, compiendo un triplo salto in avanti, che gli darà la gioia e l'ebrezza di giocare nel campionato cadetto nostrano. Insomma, il vivaio della storica società del litorale romano ha fatto ancora centro e dopo Daniele De Rossi lancia un'altra possibile stella nel firmamento calcistico.
Il luogo comune di "uno su mille ce la fa", come cantava Gianni Morandi, calza a pennello per questo talentuoso trequartista in erba (è nato nel 1990!), con una viscerale passione per la Roma e per i grandi numeri 10 passati e presenti. Per coronare il sogno di essere messo sotto contratto (quadriennale) da una società professionistica, Christian, ostiense purosangue ma residente ad acilia, non ha dovuto fare nè più nè meno di quel che tanti grandi campioni raccontano nelle interviste a proposito della loro infanzia "pallonara": sacrificarsi.
Ma quando, almeno personalmente, un Toni, un Totti o un Buffon, raccontano di quante volte è pesato loro non poter far tardi la sera, non poter bere, fumare e mangiare schifezze, ed altre amenità del genere, ci credo ma non mi fa effetto più di tanto. Loro sono campioni, mi dico, chissà però se è tutto vero, visto che spesso poi parecchi grandi calciatori dimostrano tutto il contrario dentro e fuori dal campo, con comportamenti indegni di un personaggio pubblico,termine di paragone per milioni di bambini.
Ebbene io posso confermare che chi ha "fame di successi" e (tanto) talento ha sicuramente seguito questa ricetta per gran parte della propria carriera, perchè osservando l'evoluzione professionale di Christian, tutto ciò è stato confermato dai fatti. Decentemente bravo a scuola, mai una parola fuori posto, poche ma buone le amicizie e le ragazze che ne hanno accompagnato la crescita, con, manco a dirlo, una famiglia non ricchissima ma di sani principi a monitorare il tutto. Certo, fa veramente impressione pensarlo ora più lontano dai suoi lughi abituali, a non poter più scherzare con gli amici di sempre, soprattutto non poterlo più vedere toccare col vellutato destro il pallone indossando la sua amata casacca numero 10 biancoviola. Per lui giocare nelle giovanili di un ottima e rinomata società come l'Ostiamare era un orgoglio, era già toccare il cielo con un dito; poter lottare per raggiungere traguardi ragguardevoli nell'11 della propria cittadina, era, insomma, come essere un "galactico" del Real Madrid. E bisogna dire che tutto questo gli è riuscito assai bene, perchè in 3 anni, dai giovanissimi agli allievi regionali d'elite, ha inanellato assieme ai compagni un secondo, un terzo ed un primo posto, quello ottenuto lo scorso maggio battendo per 2-1 nella palpitante finale per il titolo regionale allievi il quotatissimo Savio Calcio,società prenestina che da decenni è tra le realtà top del panorama dilettantistico capitolino (tanto per rendere l'idea, l'Ostiamare non vinceva il titolo dal 1994!). Una gara alla quale ho personalmente assistito, disputata sotto un sole cocente nello splendido impianto in sintetico di Via della Pisana in Roma. Quel pomeriggio Christian ha dato a tutti la certezza di essere di un altro livello rispetto ai coetanei, pareggiando con un bolide su punizione l'iniziale vantaggio del Savio e giocando con la presenza di spirito congeniale ai giocatori di nerbo, comportandosi da vero capitano. Il tutto, come se non bastasse, dopo aver segnato 15 gol in campionato e sfornato decine di assist, la sua vera passione. Quest'anno, per testarne subito la straordinaria precocità ad alti livelli, la società lidense aveva deciso di aggregarlo in pianta stabile fin dal ritiro estivo alla prima squadra impegnata in serie D, facendogli saltare la categoria degli Juniores Nazionali, cui, anagraficamente, avrebbe dovuto partecipare. Ebbene, pur in una stagione disgraziata per i "gabbiani" biancoviola, tanto che a tutt'oggi vi sono stati due cambi d'allenatore, Christian ha disputato 13 gare su 17, realizzato 3 reti tutte su azione e costretto alla panchina elementi ben più navigati di lui. Che dire di più, male che vada si ritroverà a giocare nel pur sempre prestigioso campionato nazionale Primavera, perchè dubito che potrà trovare subito spazio nell'11 del neo-allenatore Antonio Conte, ma almeno all'inizio lui starà ancora assieme ai "più grandi".
Tutto nella norma, direte voi, ed effettivamente è così, spero sia nella norma anche il lieto fine. Mi auguro, Christian, che tu possa imparare in fretta e, come si dice in gergo, non ti "bruci": questo è il rischio classico di chi viene proiettato in una realtà nuova, importante e per di più lontana da casa.Insomma, fenomenino, non mollare, verrano senza dubbio momenti difficili, in cui avrai voglia di scappare di nuovo ad Ostia, dal tuo adorato mare (che non è certamente il più pulito d'Italia, anzi), ma fatti forza, perchè sai soffrire e,in fondo, tu sei un mio piccolo orgoglio e credo che la serie A per te sia sempre meno un miraggio! Forza Chri!Per darti la carica allego il video della partita del tuo primo gol in serie D, e quello, mitico, della finale vinta contro il Savio, quando hai deciso di prenderti il tuo sogno ed iniziare a cavalcarlo.



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