giovedì 10 gennaio 2008

Affitti esorbitanti parte 2: il parere di un esperto




Spesso l'unico modo di capire bene gli automatismi di un determinato fenomeno è rivolgersi ad uno che in quell'ambito se ne intende. Ed è quello che ho fatto, per chiarirmi le idee riguardo alla problematica dell'enorme costo degli affitti nella capitale, anche per dare un seguito concreto alla videoinchiesta che il mio gruppo ed io abbiamo realizzato per questo corso.
Per questo ho contattato alcune agenzie immobiliari della mia zona, e dopo alcune ricerche, il 9 gennaio scorso sono riuscito ad ottenere un appuntamento "de visu" con il signor Walter Amatore (foto sopra, google), operatore di settore presso il punto vendita Grimaldi (uno dei franchising leader per la compravendita immobiliare)di Ostia Lido, nota località balneare di Roma sud.
Ecco il resoconto della mia intervista al signor Amatore

Giovanni: Sig.Amatore, sa dirmi da dove ha origine, a Roma come nelle altre grandi città italiane, il problema degli affitti dai costi insostenibili?

Sig. Amatore: Una delle tante cause della difficoltà di trovare case in locazione (in affitto ndr), con canoni sempre più alti, è da rinvenire anche nelle banche, promotrici fino a 6 anni fa di tassi d'interesse sui mutui estremamante vantaggiosi. Pertanto i risparmiatori sono stati invogliati all'acquisto del cosiddetto "mattone", universalmente considerato come "bene rifugio".

G: Scusi l'gnoranza, ma che cos'è un "bene rifugio"?

A: Tecnicamente si tratta di un bene che, come appunto la casa, è storicamente in grado di mantere al riparo l'investitore dalle più brusche crisi di mercato, e dagli annessi pericoli di svalutazione. Il "mattone" possiede già da sè queste caratteristiche di stabilità, che a partire all'incirca dal 2002 sono state ancor più messe in risalto dall'offerta dei tassi d'interesse di cui le accennavo prima.

G: Capisco, pertanto sembrava tutto perfetto, e invece?

A: ..E invece è successo che un'anomalia tutta italiana ha mandato a monte i buoni propositi.Fermo restando che l'83% circa degli italiani è proprietario della casa in cui abita, chi ha deciso di acquistare un secondo immobile per affittarlo, non disponendo della somma totale per l'acquisto, ha fatto ricorso a mutui che fino a metà 2007 erano estremamente interessanti. Pertanto il soggetto che decide di affittare a terzi, al cosiddetto "conduttore", spesso per coprire la rata del mutuo della propria abitazione, richiede un affitto di pari importo, spesso eccessivamente alto per le tasche dell'inquilino.

G: Può farmi un esempio pratico?

A: Dunque, basandoci sulla tipologia abitativa di solito ricercata dallo studente, prendiamo in esame un bilocale non centralissimo, diciamo al quartiere Alessandrino (periferia est di Roma ndr),dal costo mediamente richiesto di 180.000 euro. Il soggetto interessato all'acquisto, che dispone di una liquidità di 100.000 euro, richiede un mutuo di 80.00 euro da saldare in 10 anni per poter acquistare l'immobile stesso, ad un tasso d'interesse fisso che può variare tra il 5,20% ed il 5,80%, con conseguente rata mensile di 830-890 euro. Quindi l'investitore per supportare tale rata, quasi certamente chiederà un canone d'affitto uguale e a volte anche superiore alla rata mensile del mutuo. Canone che non essendo alla portata dell'inquilino, lo constringe a rinunciare a prendere in affitto la casa. Senza contare poi le varie richieste di tasse (Irpef, Ici, ecc...) che dissuadono sempre di più il proprietario ad affittare di volta in volta ad un prezzo diverso.

G: In base a quello che mi dice quindi, i proprietari sono quasi costretti a spolpare gli affittuari, c'è dell'altro?

A: Certamente, si tratta di una forma di speculazione. Un altro tallone d'achille è che per la conformazione del mercato immobiliare italiano, proprio perchè ci sono più case di proprietà che immobili dedicati esclusivamente all'affitto, la domanda è sempre più alta rispetto all'offerta, ed i prezzi salgono fisiologicamente.

G: Detto questo come è possibile porre rimedio alla situazione?

A : Ci vuole un cambio di direttive a livello di governo centrale, soprattutto premiando il locatore, ovvero chi affitta l'immobile, ad esempio facendogli pagare meno ICI (la tassa comunale sugli immobili) e meno Irpef (la tassa imposta alle persone fisiche su tutto ciò che determina un reddito per le medesime). Mentre chi paga il canone potrebbe detrarre dai propri redditi una parte dell'affitto stesso, per invogliarlo a non comprare a sua volta una casa di proprietà.

G: Come è trattata la tematica nei Paesi europei più all'avanguardia?

A: Guardi, a proposito di quanto dicevo prima, in Germania, ad esempio lo Stato si premura di sviluppare con serietà una edilizia popolare, sempre stando attento alla richiesta derivante dalla crescita demografica. Per quanto riguarda l'edilizia privata, questa viene agevolata nella tassazione e non solo. Per cui, un imprenditore che intenda costruire una palazzina di 20 appartamenti, è invogliato dallo Stato, per i motivi di cui sopra a destinare 12 appartamenti alla vendita e 8 all'affitto, mantenendo fin dall'inizio alta l'offerta per le due tipologie di mercato. Ecco perchè molti Tedeschi abitano in affitto nella propria nazione e in Italia vengono a comprare la seconda casa, come in Umbria, Toscana e Sardegna.

G: La ringrazio molto signor Amatore!

A: Di nulla, buongiorno.


Feed Rss e Blog: come sfruttarli al meglio



Ripassando a man bassa in vista dell'esame, mi sono imbattuto in due video istruttivi. Il primo spiega cosa sono e a cosa servono i Feed, ovvero uno degli argomenti secondo me più interessanti tra tutti quelli che ho dovuto esaminare in questi mesi durante il corso di Editoria Multimediale. Il filmato è una vera manna per i profani di informatica ma anche per chi vuole rinfrescarsi un pò le idee al rigurardo. Nel secondo video, invece, viene spiegato come creare un proprio blog attraverso questa stessa piattaforma dalla quale vi sto scrivendo, blogger.com. Tuttavia, pur cambiando il provider, ovvero il fornitore del servizio, queste procedure sono rapide, semplici e standardizzate, pertanto, procedendo per analogie, non vi sarà difficile creare il vostro spazio personale anche aderendo ad un portale differente. Buona Visione!



Due kolossal sempreverdi della comicità italiana: riscopriamoli




Domani, 11 gennaio,è la data che molti cine-calciofili aspettavano, dopo l'annuncio dato da più di un anno: "L'allenatore nel pallone 2" sarà finalmente nelle sale cinematografiche del Belpaese. La celeberrima Bi-Zona ed il modulo tattico 5-5-5 del mitico allenatore Oronzo Canà, alias Lino Banfi, tornano in una riedizione modernissima, pronti a far ridere a crepapelle la platea italiana, come accadde per il primo episodio, datato 1984. Questa volta come allora, tantissimi campioni e illustri addetti ai lavori hanno fatto la fila per essere presenti almeno per un piccolissimo cameo: Materazzi, Totti, De Rossi, Aquilani, Del Piero, il Presidente della Lazio Claudio Lotito e molti altri, tutti insieme appassionatamente per rendere omaggio ad una pellicola cult nel suo genere. In clima ampiamente bipartisan, vi ripresento un'estratto del primo "Allenatore nel pallone", mentre nel secondo video trovate la sigla iniziale vero marchio di fabbrica dell'altro blockbuster cinepallonaro italiano per eccellenza,"Eccezziunale....Veramente", con Diego Abatantuono (anch'esso onorato con un episodio successivo nel 2005). Per ricordarci di una comicità, e forse di un modo d'intendere il calcio dove tutto era più pulito, leggero, popolare, e che ora, tra moviole in campo, diritti televisivi, telefonini, polemiche e moggiopoli varie, putroppo ci sfugge.



Salute e Sport, un binomio necessario e possibile






L'anno appena conclusosi ha fatto registrare ancora una volta l'annosa piaga costituita da una fra le più particolari morti sul "lavoro" mai esistite, quelle di chi fa sport. Dai calciatori Antonio Puerta (nazionale spagnolo in forza al Siviglia) e Phil O'Donnell (capitano degli scozzesi del Motherwell),a svariati amatori,tra cui il 18 enne arbitro veronese Lorenzo Modena, molti, troppi esseri umani sono morti sul campo. Nel ventunesimo secolo è francamente inaccettabile che qualsiasi agonista, a qualunque livello, in qualunque disciplina, si trovi a dover rimettere il proprio bene più grande, la vita, perchè i controlli sanitari a cui si era sottoposto non erano accurati. Si tratta di un atto d'incoscienza talvolta inconsapevole, che tanto quanto la pratica del doping mina dalle fondamenta una delle attività maggiormente salutari che possano riguardare l'uomo, l'attività motoria. Va tenuto presente che ancor prima d'essere un modo per far guadagnare denaro ad atleti, manager e pubblicitari, ancor prima che uno spettacolo da sparare a tutto dolby surround sul proprio plasma di casa, lo sport è funzionale al benessere, nasce per dare un corretto equilibrio psicofisico all'individuo, e deve essere svolto in totale sicurezza. La pratica sportiva ha come proprio centro propulsore l'atleta e l'esigenza dello stesso di essere clinicamente monitorato in maniera soddisfacente per tutta la carriera. Questo diritto, spesso non esercitato correttamente, spetta al professionista come al dilettante che "ramazza duro" nei campetti e nei palazzetti di periferia. Si tratta anzitutto di uno svago, e per definizione è assurdo morire per una cosa piacevole. Dopo questa personale premessa, riporto di seguito l'intervista rilasciata pochi giorni fa alla Gazzetta dello Sport dal Dottor Mario Brozzi (foto sopra), da 8 anni medico sociale dell' A.S. Roma, che si fa promotore di una splendida iniziativa a riguardo (per chi volesse approfondire, ecco il suo sito: www.mariobrozzi.it),animato anche da motivazioni personali. Leggete, leggete...

ROMA, 4 gennaio 2008 - Questa è una storia che parte dalla morte per arrivare alla vita. C’è un ragazzo che non ce l’ha fatta, una ragazza che si è salvata e tanti altri che sono nel mezzo. Ragazzi da aiutare attraverso lo sport. Proprio per essere stato toccato in prima persona un uomo si è mosso ed ha fatto muovere una delle maggiori società di calcio del mondo. Quest’uomo è Mario Brozzi, medico sociale della Roma e professore all’Università di Tor Vergata. Grazie al suo impegno (ma non solo) da quest’anno trentamila atleti affiliati alle ottanta società satelliti del club giallorosso potranno usufruire di un protocollo sanitario identico a quello del calcio professionistico italiano. Perché casi come quello di Puerta (Siviglia) e O’Donnell (Motherwell) non debbano accadere mai più, neppure nei campi di periferia.
Professore, il suo progetto si chiama «Sport per la vita». Come nasce?
"Nasce dal fatto che in Italia non si è ancora compreso come lo sport sia una cosa seria. Il paradosso è che noi tuteliamo i ricchi e trascuriamo i poveri. Nel senso che i nostri protocolli medico-sportivi sono all’avanguardia nel mondo, ma i rischi sono spostati in basso, dove ci sono giovani inconsapevoli dei problemi, soprattutto perché la medicina scolastica non dà garanzie e ora non c’è più neppure lo screening dei "tre giorni" del militare. Cioè, se da una parte è un orgoglio vedere scoperti casi come quelli di Kanu e Fadiga (interisti bloccati per problemi cardiaci, ndr) o leggere giornali spagnoli che dicono: "Puerta in Italia non sarebbe morto", dall’altro c’è da lavorare".
E proprio per questo si è mosso?
"Sì, due episodi accaduti a poca distanza l’uno dall’altro per certi versi mi hanno cambiato la vita. Nel 2006 un ragazzo di 16 anni, Giorgio Castelli, è morto in un campetto di periferia, a Tor Sapienza, tra le braccia del fratello gemello. Non sapeva di avere una patologia cardiaca simile a quella di Puerta. Quel lutto ha spinto suo padre Enzo a creato una Fondazione ed il sindaco Veltroni, sensibile a questi temi, a convocare me e Vito Scala (il preparatore di Totti, ndr) per chiederci di fare qualcosa. Poi poche settimane dopo è successo altro".
Che cosa è accaduto?
"Vede, io sono un bell’uomo, famoso, abbastanza ricco, ma all’improvviso mi è crollato il mondo addosso quando ho scoperto che mia figlia Valeria, 17 anni, soffriva di anoressia. Il suo importante papà non aveva abbastanza tempo per lei e questo è stato il suo modo per comunicarmelo. A un certo punto è stata 28 giorni senza toccare cibo, arrivando a pesare meno di 40 kg pur essendo alta quasi un metro e settanta. L’ho insultata, l’ho picchiata e mi sono quasi arreso quando lei mi ha detto: "Non mi interessa vivere in questo mondo". Ecco, io allora ho chiesto a Valeria: "Se non posso farti cambiare idea, aiutami almeno a migliorare la vita di chi verrà dopo di te". Da quel momento in lei qualcosa è scattato, si è tuffata nel mio progetto e ora per fortuna sta bene, lavora al nostro sito e collabora anche con un quotidiano".
Qual è adesso il suo obiettivo?
"Portare lo stesso protocollo sanitario dello sport agonistico a tutti i livelli. In questo ho trovato la piena adesione di Rosella Sensi e dal 2006 la Roma è l’unico club italiano che controlla gli atleti delle giovanili come quelli della prima squadra. Ma non ci basta. Da oggi a settembre renderemo obbligatori questi controlli per tutti i trentamila atleti delle 80 società affiliate alla Roma. I costi? grazie al coinvolgimento del centro di medicina sportiva Villa Stuart e dell’assicurazione Aurora, riusciremo a far spendere alle famiglie solo 8 euro al mese. Ogni atleta avrà una sua medical card inserita in una banca dati sempre aggiornata e che avrà la mia supervisione. Vogliamo creare una Consulta giovanile sportiva chiamata a scrivere il primo Decalogo etico dello sport. Perché il messaggio dev’essere questo: niente più morti improvvise, tutela della salute e creazione di regole etiche condivise e non imposte. Così sarà più facile dire no anche all’abuso di farmaci e al doping come scorciatoia. La Scuola di Etica dello Sport dell’Università di Tor Vergata, di cui sono il direttore, nasce anche per questo".
E questo è un modo per affrontare il disagio giovanile?
"Esatto. Non dimentichiamo che in Italia il 30% dei giovani soffre di disturbi alimentari, il 62% dichiara di usare stupefacenti, 37% di far saltuariamente abuso di alcolici, l’1% di assumere psicofarmaci. Ecco, noi dobbiamo salvaguardare la loro salute e il loro futuro anche attraverso lo sport. Da ora in poi qui a Roma vogliamo farlo sul serio, a qualsiasi livello".
Massimo Cecchini

mercoledì 9 gennaio 2008

Have a Will: Will Smith, attore dai mille volti.

Con il gioco di parole presente nel titolo (Have a Will è traducibile, dall'inglese, sia come "abbi una speranza", ma anche, in maniera più libera, in " comprati uno Will") intendo presentarvi la clip originale sottotitolata in italiano del nuovo blockbuster di Will Smith, "Io sono leggenda". Si tratta della trasposizione filmica diretta da Francis Lawrence dell'omonimo romanzo-catastrofe di Richard Matheson (datato 1975). Nella pellicola, che uscirà in Italia venerdì prossimo, 11 gennaio, Smith interpreta il ruolo di Robert Neville, immunologo che si trova in una New York apocalittica e devastata da un misterioso virus dal quale lui sembra immune, ma che invece ha spazzato via l'intera umanità. Suo compito sarà quello di sopravvivere alle molteplici avversità assieme al suo fedele cane lupo,trovare un vaccino contro la pestilenza e salvare eventuali superstiti. Film capace di raggranellare negli Stati Uniti ben 230 milioni di dollari, è stato fortissimamente voluto dallo stesso attore afroamericano, che il magazine americano Time ha inserito tra le 50 persone più intelligenti di Hollywood. Willard Christopher Smith Jr., il buon vecchio Principe di Bel Air, è ora l'attore di punta dell'industria cinematografica statunitense, avendo battuto nel computo degli incassi complessivi dei suoi film mostri sacri di Hollywood come "i due Tom", Hanks e Cruise, arrivando a sommare circa 2,2 miliardi di dollari solo al botteghino. Ma quel che anima Smith, come lui stesso afferma in una lunga intervista concessa a Panorama la scorsa settimana, è "la voglia di voltarmi indietro e di poter dire: Hey, nessun fottuto attore ha una gamma di ruoli tanto vasta quanto la mia!". Di sè dice di essere "la persona più ossessiva che io conosca", ed aggiunge anche che "questa foga mi è giunta quando, a 16 anni, dopo essere stato lasciato dalla mia prima ragazza, decisi che nessuno mi avrebbe più fatto capire che non ero abbastanza per lui". Effettivamente adesso può dire di avere vinto entrambe le scommesse: è desideratissimo dallo star system ed ha una gamma rappresentativa con pochi eguali e ancor meno flop, avendo recitato in film drammatici (" Sei gradi di separazione", "La ricerca della felicità", "La leggenda di Bagger Vance") biografici ("Ali"), comici ("Hitch", la saga di "Man in Black"," Wild Wild West"), fantascientifici ("Independence Day", suo primo grande successo, ed "Io Robot") e d'azione (Bad Boys I e II). Un attore\produttore che, come i grandissimi del passato, può ora scegliere quando, con chi e su quali copioni lavorare, promuovendo anche figure emergenti che non riscontrano immediatamente il favore del suo clan, come è stato per il nostro Gabriele Muccino. Will ha preteso ad ogni costo che a dirigerlo in "La ricerca della felicità" fosse Muccino Senior, ed i fatti gli hanno dato ragione (tanto che lavoreranno di nuovo assieme anche nell'imminente "Seven Pounds").
L'eterno ragazzino nato e cresciuto nella parte est di Philadelphia il 25 settembre del 1968, figlio di una segretaria scolastica e del proprietario di una ditta di refrigerazione, ha avuto un'adolescenza piuttosto agiata, lontano dagli stereotipi tutto pupe e pistole tipica dei rapper neri alla 50 cent. Tuttavia non rinnega mai il suo primo, intenso amore professionale, giustappunto la musica Rap e proprio per congiungere idealmente le sue due anime, attore e cantante, nel secondo video troverete uno dei suoi pezzi più riusciti, "The Switch"(brano dell' agosto del 2004). E sapete cosa mi lascia di stucco, appena ripenso a tutto quello che ho scritto? Che lui stesso, descrivendosi, spesso dice: "ho un talento mediocre, ma una voglia bestiale di riuscire". Che sia verità o falsa modestia, complimenti, signor Smith.



Web 2.0: l'architrave della comunicazione mondiale

Ecco finalmente un video concreto, semplice ed intuitivo che tramite San Youtube è messo a disposizione della moltitudine per capire cosa sia Web 2.0, "portento" di cui tanti guru dell'informatica parlano entusiasti (a ragione). Non è altro che la moderna architettura su cui si fonda l'attuale rete di internet (sfruttata praticamente da tutti i media), evoluzione della vetusta 1.0, che di fatto riutilizza in maniera "enhanced", cioè potenziandola con alcune nuove funzionalità, le caratteristiche del primo web. Nel nome di 3 termini chiave, ovvero Ipertestualità, Semplicità, Condivisione, osservate attentamente, la comunicazione è intorno a noi.

martedì 8 gennaio 2008

Nicolas Sarkozy: ritratto di un presidente sui generis




In questo post cerco di spiegarmi, e di spiegarvi, uno dei personaggi politici che stanno avendo, volente o nolente, maggiore visibilità negli ultimi mesi: il Presidente della Francia Nicolàs Sarkozy. Al di là di ogni preferenza politica, che comunque nel giudizio soggettivo di ognuno ha il suo bel peso, credo che quest'uomo sia da analizzare a tutto tondo per capirne bene la personalità e la vitalità non comune. Ebbene si, di faccendieri, di intrallazzatori politici ne è pieno il mondo e sempre lo sarà, come del resto abbondano i grandi Capi di Stato. Quello che mi preme fare per uscire dalla monotonia di uno scialbo resoconto biografico, è portare alla luce alcune sue azioni che me lo fanno connotare come "alternativo". Azioni che nella loro teatralità avrei voluto avere il coraggio\possibilità di compiere anch'io. Anzitutto Sarkozy è il primo presidente di origine straniera che la Francia abbia mai avuto, essendo il caro "Sarko" di origine ungherese, come il proprio cognome lascia intuire. E questo, cari miei, è senza dubbio un elemento emblematico di quello che lui chiama la sua "rupture", la sua personale azione di "rottura" col passato transalpino. Già, perchè è un fatto eclatante che nella Repubblica presidenziale francese, la più chauvinista, fiera ed autarchica del mondo, vengano date le chiavi dell'Eliseo ad uno, che, sostanzialmente, di gallico ha ben poco nelle vene. Secondo indizio, la sua incredibile, turbinosa capacità di arringare le masse, avvalendosi di tutto e di tutti. Per farsi eleggere ha sfruttato la compagnia dell'oggi ex-moglie Cecilia, per comporre con questa l'ideale famiglia francese, e perorare la causa del suo U.M.P. (Partito per un movimento popolare). Beh, che cosa fa il Nostro poco dopo l' elezione: divorzia, e,il 30 ottobre, giunge voce di un emendamento con cui si aumenta lo stipendio, perchè a suo dire "un Presidene della repubblica non può guadagnare meno del Primo Ministro". Già non erano spiccioli, si trattava di 8.000 euro al mese, ma Sarko ha fatto schizzare la sua paga a circa 19.000 euro, esattamente come il suo Primo Ministro, Francois Fillon. Niente male, per uno che è ufficialmente in carica dal 16 maggio 2007. Senza contare che nell'agosto scorso aveva scatenato un vespaio tra i benpensanti andando in ferie assieme alla famiglia usufruendo dello yacht privato di Vincent Bollorè, uno degli industriali più influenti e ricchi dell'Esagono, alla volta di Wolfeboro, splendida località faunistica degli Stati Uniti. Ad ottobre Supersarko si è trovato a dover fronteggiare una quantità di scioperi da mettere i brividi: fermo tutto dagli autobus agli aerei ai treni, con l'aggiunta di manifestazioni di protesta nelle Università, nella banlieue parigina che tanto lo detesta ed azioni di sabotaggio di ogni genere. Ebbene, dopo aver superato anche questo ciclone, "Le President", decide di darsi alla bella vita, creando il feuilleton capace di fare la fortuna dei rotocalchi di Gossip, quello con la modella-cantante italiana Carla Bruni. Effettivamente Sarkozy è sempre stato abbastanza movimentato anche nella vita privata, arrivando a sommare allo stato attuale due matrimoni e tre figli, di cui uno, Louis, con l'ultima ex, la mancata first lady Cecilia. Dopo averla incontrata a casa del celebre pubblicitario Jaquès Seguèlà, il quasi 53enne presidentissimo (essendo nato a Parigi il 28\1\55), fiero esponente della destra transalpina, ha deciso di corteggiare spietatamente Mademoiselle Bruni, torinese, che ha da poco passato i quaranta ed ha una lista di matrimoni andati a monte (2) e relazioni "take away" da far impallidire Rodolfo Valentino (nel suo carniere sono finiti, tra gli altri, Mick Jagger, leader dei Rolling stones, il chitarrista Eric Clapton, il multimiliardario Donald Trump e Raphael Enthoven, filosofo che gli ha donato suo figlio Aurèlien).
Evidentemente due tipi turbolenti che si sono piaciuti subito, tanto da farsi ritrarre furbescamente in libera uscita assieme ai rispettivi bambini a Disneyland Paris, dando "giornalisticamente" inizio alla liaison. Ultimamente nuovi borbottii dell'opposizione per il suo viaggio natalizio effettuato in Egitto, sempre grazie al jet privato dell'amico Bollorè, con figliolanza al completo, sia per lui che per lei, tanto da dover affermare tramite comunicato dell'Eliseo, che "i francesi non hanno speso un euro, stiano tranquilli". Proprio questo mischiare il pubblico col privato, questo mostrarsi sempre sicuro di sè, sempre molto mediatico ed innovativo è una delle costanti del nuovo Presidente. Come quando nel 2004 rispose pacatamente e con un lungo intervento sul blog di Mathieu Kassovitz, regista francese, che lo aveva criticato pubblicamente, quando ancora non era Presidente. Proprio oggi, invece, all'interno dell'Eliseo ha tenuto una conferenza di circa due ore per fare il punto della situazione. Della Francia, ma anche sua personale, per mettere a tacere tutte le illazioni. Dinanzi ad una pletora di circa 600 giornalisti provenienti da 40 Paesi, Sarko ha messo subito in chiaro che "la relazione con la Bruni è una cosa seria, ma non sarà Le Journal de Dimanche a decidere la data delle nozze, probabilmente lo saprete quando sarà già avvenuto tutto". In questo caso Sarkozy ha fatto riferimento al periodico che aveva indicato in quel giorno le nozze presidenziali. E, proseguendo, ha continuato a spiegarsi col suo stile inconfondibile ed affabulatore, che tanto ricorda il nostro Berlusconi e che così poco piace all'opposizione socialista, indicando le linee guida della politica francese. Nello specifico, l'inquilino dell'Eliseo afferma che "la mia politica è quella della civilizzazione, dove l'uomo occupa il centro della scena", ed afferma di voler dare libertà nuove ai propri cittadini, prevedendo per questo una pioggia di riforme, anche perche, continua, "mi rendo conto che i problemi sono ovunque e capisco l'impazienza dei francesi". Di inaspettato inoltre vi è il desiderio di Sarkozy di bandire totalmente gli spot dalle reti televisive pubbliche francesi, grazie ad una "tassa più alta sugli introiti delle tv private e da una tassa infinitesimale sull'accesso ai nuovi mezzi di comunicazione, come internet e la telefonia cellulare". In conclusione rilancia il ruolo della Francia come "fulcro del nuovo rinascimento" e si mostra aggressivo come suo costume riguardo alla questione mediorientale: "Resteremo in Afghanistan, perchè stiamo combattendo contro i barbari" ed ha poi bollato come ipocriti chi vuole la ritirata della truppe da Kaboul e poi "versa lacrime di coccodrillo quando lì accanto, in Pakistan, è stata uccisa Benazir Bhutto".
E allora avanti così, all'insegna del motto....il est fort, il est jeune, il est Super-Sarko (forte, giovane, è Supersarko).

Marco Marzocca: un domestico particolare


Dilettandomi, e molto, anche con il cabaret e la comicità in generale, vi segnalo Marco Marzocca, camaleontico comico ed attore romano che la trasmissione televisiva Zelig ha provveduto a rilanciare in grande stile, grazie ad i suoi inconfondibili sketch nei panni di Ariel, lo sgangherato domestico filippino del conduttore Claudio Bisio. Marco Marzocca, nato nella capitale il 26 settembre del 1962, come ricorda il suo sito ufficiale (http\\:www.marcomarzocca.com) ha iniziato a farsi conoscere al grande pubblico nel 1994, facendo da spalla al più celebre Corrado Guzzanti, nel programma Tunnel, su Raitre. In seguito ha recitato in teatro, specialmente all'Ambra Jovinelli di Roma, in coppia con Serena Dandini e lo stesso Guzzanti. Tra i suoi spettacoli maggiormente apprezzati dalla critica vi sono "La seconda che hai detto" e "millenovecentonovantadieci". Infine si è gettato con successo anche nella fiction televisiva, dove ha interpretato i panni dell'appuntato dei carabinieri Ugo Lombardi in Distretto di Polizia.

Nike versus the Devil: uno spot leggendario

Rovistando nella rete animato dalla più classica serendipity (quella sensazione che si prova quando, girando e girando nella rete in cerca di qualcos'altro, magari, si trova un oggetto inaspettato ma altrettanto piacevole), vi ripropongo quello che è, per molti pubblicitari calciofili, uno dei più celebri spot della Nike, anno 1997. Quello in cui una selezione all-star di calciatori (si riconoscono, tra gli altri, Ronaldo, Maldini, Cantona, Ian Wright, Jorge Campos, Patrick Kluivert ecc..) deve sfidare nientepopodimeno che il Diavolo, pena la perdita del "gioco più bello del mondo". Una rappresentazione estremamanente iconica, un gioiello azzeccatissimo da parte dall'area pubblicitaria della multinazionale americana, soprattutto per chi, come me, all'epoca del debutto della reclàme aveva appena 11 anni e, nella sua immaginazione fanciullesca, ne rimase entusiasta.

Le Winx: il fenomeno consumistico italiano dell'anno

Quale genitore, nonno, zio o fratello non è stato sconvolto durante le passate vacanze natalizie dal terremoto Winx, sottoscritto compreso? Se avete l'aria scettica o sperduta dinanzi a questa domanda evidentemente avete da tempo passato i 13 anni o non avete una pargoletta a cui fare il regalo, perchè le 5 magiche fatine incarnano il nuovo blockbuster per l'nfanzia, e sono un fenomeno prettamente italiano. Progetto inizialmente sviluppatosi nel gennaio 2004 sotto la forma di una fortunata serie di cartoni animati, le Winx hanno avuto un successo tale da generare, come spesso accade in questi casi, una serie di iniziative parallele da brividi. Decine e decine di prodotti per il merchandising, alcuni francamente inutili (che dire dei pop-corn delle Winx, magici anch'essi?), un musical ed una serie a fumetti. Il tutto sorto da un'idea del creativo Iginio Straffi, opportunamente sorretto dalla nostrana casa di porduzione Rainbow, cui da subito Rai 2 ed il canale satellitare per ragazzi dell'emittente pubblica hanno saputo dare buon risalto. Bloom, Flora, Stella, Musa e Tecna, questi i nomi delle novelle eroine dei bambini italiani e non solo (la brand è distribuita in diversi Paesi europei), che combattono il clan avversaro delle perfide Trix, fattucchiere senza scrupoli che nel corso delle tre serie animate fino ad ora prodotte, di volta in volta si alleeranno addirittura con le Winx per combattere nemici comuni, pur detestandole. Dopo tante generazioni di bambini ammaliati dai più svariati eroi di marca statunitense o giapponese, come i Power Rangers, Holly e Benji, Mila e Shiro e le tartarughe Ninja, adesso brilla intensa la stella delle Winx. Tutto ciò è la dimostrazione tangibile di come, anche alle nostre latitudini, vi sia una fiorente industria per l'infanzia, pronta ad arginare le produzioni estere più affermate, che in questo momento vedono nel maghetto Harry Potter il proprio portabandiera.

La teiera di Yazid: e anche qui ci dà di testa!

Certi episodi restano nell'immaginario collettivo per sempre, qualsiasi sia il contesto in cui sono avvenuti, tale è l'eco che si portano dietro. Si tratta di avvenimenti dal sapor nazional-popolare, i classici tormentoni bersaglio preferito delle chiacchiere da bar, di cui si interessano tutti, dal bambino al maxi-dirigente d'azienda, all'anziano. Questo è il caso della ormai celeberrima e chiacchieratissima testata che il buon Yazid, al secolo Zinedine Zidane, calciatore franco-algerino ex di Bordeaux, Juventus e Real Madrid, rifilò a Marco Materazzi durante Italia-Francia, kermesse finale dei campionati mondiali di calcio in Germania.In quella calda serata berlinese del 9 luglio 2006, il raputs di follia costò carissimo al capitano simbolo della nazionale francese, ma, come possiamo notare, è stato evento che ha dato ai media (segnatamente il primo a riprenderlo è stato il sito sportivo brasiliano globoesporte.com) l'occasione per rispolverare questo surreale spot girato per pubblicizzare una zuppa istantanea giapponese, alla vigilia dei mondiali nippocoreani del 2002 (a fine video si scorge il logo patrocinatore della manifestazione). Yazid, uno che con la testa fa tutto, nel bene e nel male.

venerdì 4 gennaio 2008

Pro e contro del sistema socio-economico americano: una mia disamina



Sarà pur vero che Cina, India e Giappone sono gli astri nascenti dell’economia mondiale, ma a partire dalla fine della prima Grande Guerra, il ruolo di guida in quest’ambito è sempre stato degli Stati Uniti. Essi sono il presente, l’alfa e l’omega dell’economia globale, capaci di influenzare con le loro vicende la quasi totalità degli equilibri monetari e geopolitici. Trattasi di una nazione che assomma in misura simile enormi pregi e clamorose disfunzioni, in un vero e proprio tourbillon di contraddizioni, che andremo sinteticamente ad analizzare. Anzitutto la politica economica yankee può fregiarsi di numeri ragguardevoli, frutto di una capacità produttiva senza eguali: soltanto nel decennio che va dal 1992 al 2002 il Pil statunitense è cresciuto mediamente del 3,3% annuo, mentre l’Eurozona nel medesimo lasso di tempo ha registrato una crescita che, seppur buona, si attesta sull’1,9%. Il settore trainante dell’economia Usa è senza dubbio quello dei servizi, che raggruppa sotto di sé l’80% del Pil, mentre in Europa ed in Italia questa percentuale costituisce rispettivamente il 75% ed il 70% del prodotto interno lordo. L’enorme produttività nordamericana è spiegabile principalmente dal fatto che i dipendenti americani hanno in media molti meno giorni di ferie rispetto ai colleghi del resto del mondo e lavorando di più le famiglie americane hanno potuto giovarsi di un progressivo aumento dei salari, spesso prescindendo dalle sovvenzioni statali. Difatti la vera caratteristica fondante della società americana è da sempre la mobilità sociale unita ad una liberalizzazione delle forze di mercato, nel rispetto della tradizione capitalistica che premia i più talentuosi ed intraprendenti, in puro stile self made man. Le cronache ci hanno raccontato di diverse persone che negli Usa in un arco temporale relativamente breve, cinque o dieci anni, sono riuscite a risalire prepotentemente la piramide sociale, raggiungendo livelli di prestigio socio-economico notevoli.
Tuttavia gli Stati Uniti negli ultimi anni si sono ritrovati spesso a dover risalire la china, come quando nel marzo del 2000 è esplosa la “bolla speculativa” tecnologica. Questa debacle è stata figlia del boom tecnologico-informatico avviatosi fin dai primi anni novanta, quando l’indice Nasdaq (che raggruppa le principali società informatiche) raggiunse il picco massimo di 5400 punti, per crollare 10 anni dopo a 1300 punti e facendo sperperare circa 7mila miliardi di dollari. Un'altra picconata all’equilibrio economico americano venne inferta l’11 settembre 2001, con l’attacco alle Twin Towers di New York, una vera novità per un popolo che mai era stato attaccato all’interno del proprio territorio. In seguito a questo tragico evento sono state innescate dagli Stati Uniti guerre in Afghanistan prima ed in Iraq poi, in nome della lotta al terrorismo internazionale. Ma il dispiegamento di forze militari non ha dato al governo di G.W. Bush i frutti sperati, poiché, a fronte di una spesa di circa 11 miliardi di dollari al mese (!!), Osama Bin Laden è tuttora in libertà e l’Iraq, anche dopo la morte di Saddam Hussein, versa in condizioni drammatiche. Altra vicenda che dal 2006 ha rallentato la crescita americana è stata quella dei mutui “subprime” ad alto tasso di insolvenza. Trattasi di strumenti che miravano lodevolmente a concedere prestiti anche a quei soggetti che, essendo poveri ed impossibilitati a sostenere i canonici tassi d’interesse, non avrebbero potuto accedere al mercato del credito. Purtroppo l’accettare clienti che non potevano soddisfare le clausole contrattuali ha portato alla bancarotta svariate compagnie prestatrici, con annesso crollo verticale del prezzo delle loro azioni in borsa e gravissimi disagi nel settore immobiliare statunitense. Concludiamo descrivendo una tra le più grandi emergenze sociali dell’America, quella relativa al settore sanitario, che si basa sul sistema delle assicurazioni private. Ben 47 milioni di lavoratori non hanno copertura sanitaria, nonostante gli Stati Uniti abbiano speso nel 2004 il 16% del Pil per potenziare la sanità. A differenza dell’Italia, dove svariate tipologie di servizi sono totalmente gratuiti, in America vi è un vero e proprio “mercato della sanità” dove solo chi è abbiente può usufruire delle migliori cliniche. Molti cittadini americani si sono visti costretti ad andare all’estero, prevalentemente in India, Giappone e Thailandia, per ricevere a costi praticamente dimezzati le stesse prestazioni sanitarie che in patria erano loro precluse a causa dei costi folli. Le uniche due forme di assistenza statale gratuita negli Usa, capaci di coprire appena il 25% della popolazione, sono il Medi-care, dedicata agli anziani over 65, ed il Medic-Aid, per assistere invalidi ed indigenti. Uno splendido spaccato dell’allarmante situazione sanitaria americana è presente in Sicko, film-documentario di Michael Moore. Il messaggio di fondo della pellicola è proprio questo: nel Paese simbolo della libertà d’iniziativa, della democrazia e della parità dei diritti, chi non è sufficientemente ricco, chi non produce reddito e non ha uno status symbol affermato, rischia di scomparire, di essere poco più che un numero da dare in pasto alle statistiche.

martedì 1 gennaio 2008

Canzoni che restano nel cuore: le mie magnifiche due del 2007

Un anno è appena trascorso, è tempo di trarre bilanci e consuntivi un pò in tutti gli ambiti, ed io inizio da quello musicale. Premettendo che la legge del "De gustibus" in campi frivoli come questo ha un peso schiacciante, eccovi le mie due canzoni preferite del 2007, con tanto di video e testo integralmente tradotto. Nell'ordine inserisco prima "1973", la splendida ballata del cantautore inglese James Blunt, ex soldato dell'esercito britannico di stanza in Iraq all'epoca della Guerra del Golfo, da molti considerato il nuovo Elton John ( eh caro James, di strada ne hai ancora da fare, però!). Un incollatura sotto colloco "Dont' Stop the music" di Rihanna, 19 enne portentosa "ragazzuola" proveniente dalle Barbados. Per il brano in questione la giovanissima cantante si è fatta aiutare niente popò di meno che dal magico menestrello del pop Micheal Jackson. Difatti i più attenti noteranno che in questo elettrizzante brano dance è presente un campionamento del celebre brano di Mr. Jackson "Wanna be startin' something". Pertanto, dato che sono e resto un grande ammiratore del Micheal Jackson artista e al contempo trovo che Rihanna abbia una "bella presenza scenica", non posso far altro che propinarveli! Buona visione, felice 2008 a tutti e abbasso le Spice Girls!




Simona
You're getting older
Your journey's been etched
On your skin
SimonaWish I had known that
What seemed so strong
Has been and gone
I would call you up every Saturday night
And we'd both stay out 'til the morning light
And we sang,
"Here we go again"
And though time goes by
I will always be
In a club with you
In 1973
Singing "Here we go again"
Simona
Wish I was sober
So I could see clearly now
The rain has gone
Simona
I guess it's over
My memory plays our tune
The same old song
I would call you up every Saturday night
And we'd both stay out 'til the morning light
And we sang,
"Here we go again"
And though time goes by
I will always be
In a club with you
In 1973
Singing
"Here we go again"
I would call you up every Saturday night
And we'd both stay out 'til the morning light
And we sang,
"Here we go again"
And though time goes by
I will always be
In a club with you
In 1973
Singing
"Here we go again"
I would call you up every Saturday night
And we'd both stay out 'til the morning light
And we sang,
"Here we go again"
And though time goes by
I will always be
In a club with you
In 1973
Singing "Here we go again"
And though time goes by
I will always be
In a club with you
In 1973

TRADUZIONE NELL'IDIOMA ITALICO

Simona
Stai invecchiando
Il tuo viaggio è stato impresso
Sulla tua pelle
Simona
Vorrei avere saputo che
Ciò che sembrava così forte
E' stato ed è passato
Ti chiamavo ogni sabato notte
E stavamo fuori entrambi fino alle luci dell'alba
E cantavamo,
"Here we go again" ("Rieccoci")
E nonostante passi il tempo
Io sarò sempre
In un club con te
Nel 1973
Cantando "Here we go again" ("Rieccoci")
Simona
Vorrei che fossi sobrio
Così ora potrei vedere chiaramente
Che la pioggia è passata
Simona
Credo sia finita
La mia memoria suona la nostra melodia
La solita vecchia canzone
Ti chiamavo ogni sabato notte
E stavamo fuori entrambi fino alle luci dell'alba
E cantavamo,
"Here we go again" ("Rieccoci")
E nonostante passi il tempo
Io sarò sempre
In un club con te
Nel 1973
Cantando
"Here we go again" ("Rieccoci")
Ti chiamavo ogni sabato notte
E stavamo fuori entrambi fino alle luci dell'alba
E cantavamo,
"Here we go again" ("Rieccoci")
E nonostante passi il tempo
Io sarò sempre
In un club con te
Nel 1973
Cantando "Here we go again" ("Rieccoci")
Ti chiamavo ogni sabato notte
E stavamo fuori entrambi fino alle luci dell'alba
E cantavamo, "Here we go again" ("Rieccoci")
E nonostante passi il tempo
Io sarò sempre
In un club con te
Nel 1973Cantando
"Here we go again" ("Rieccoci")
E nonostante passi il tempo
Io sarò sempre
In un club con te
Nel 1973






Please don’t stop the music
Please don’t stop the music
Please don’t stop the music
Please don’t stop the music
It’s gettin late

I’m making my way over to my favorite place
I gotta get my body moving shake the stress away
I wasn’t looking for nobody when you looked my way
Possible candidate (yeah)
Who knew
That you’d be up in here lookin like you do
You’re makin’ stayin’ over here impossible
Baby I must say your aura is incredible
If you dont have to go don’t
Do you know what you started

I just came here to party
But now we’re rockin on the dancefloor
Acting naughty
Your hands around my waist
Just let the music play
We’re hand in hand
Chest to chest
And now we’re face to face
I wanna take you away

Lets escape into the music
DJ let it play
I just can’t refuse it
Like the way you do this
Keep on rockin to it
Please don’t stop the
Please don’t stop the
Please don’t stop the music(Repeat)
Baby are you ready cause its getting close

Don’t you feel the passion ready to explode
What goes on between us no one has to know
This is a private show (oh)
Do you know what you started

I just came here to party
But now we’re rockin on the dancefloor
Acting naughty
Your hands around my waist
Just let the music play
We’re hand in hand
Chest to chest
And now we’re face to face
I wanna take you away

Lets escape into the music
DJ let it play
I just can’t refuse it
Like the way you do this
Keep on rockin to it
Please don’t stop the
Please don’t stop the
Please don’t stop the music
Please don’t stop the music

Please don’t stop the music
Please don’t stop the music
Ma ma se, ma ma sa

Ma ma coo sa
Ma ma se, ma ma sa
Ma ma coo sa
Ma ma coo sa
Ma ma coo sa
Ma ma coo sa
Please don’t stop the music

Please don’t stop the music
I wanna take you away

Lets escape into the music
DJ let it play
I just can’t refuse it
Like the way you do this
Keep on rockin to it
Please don’t stop the
Please don’t stop the
Please don’t stop the music
Please don’t stop the music
Ma ma se,

ma ma sa
Ma ma coo sa
Ma ma se, ma ma sa
Ma ma coo sa
Ma ma coo sa
Ma ma coo sa
Ma ma coo sa
Ma ma coo sa

TRADUZIONE NELL'IDIOMA ITALICO

per favore non fermare la musica

per favore non fermare la musica
per favore non fermare la musica
per favore non fermare la musica

si sta facendo tardi

sto facendo la mia vita nel mio posto preferitodevo muovere il mio corpo per liberarmi dello stress
non stavo cercando nessuno quando tu sei entrato nella mia vita
un possibile candidato yeah
chi lo sacosa faresti se fosti nel mio punto di vista
mi stai rendendo impossibile star qui
piccolo devo dire che il tuo fascino è incredibile
se non devi andare non farlo

sai cosa hai iniziato

sono solo venuta in questa festa
ma ora noi stiamo ballando in pista
comportandoci male
le tue mani intorno la mia vitalascia andare la musica
siamo mano nella mano
petto a petto
e ora siamo faccia a faccia

io voglio portarti via

lasciati andare nella musica
dj let it play
io non posso rifiutare
il modo in cui fai questo
continui a farmi scatenare
per favore non fermare
per favore non fermare
per favore non fermare la musica

piccolo sei pronto

perchè si sta avvicinando
non senti la passione pronta a esplodere
cosa ci sia tra noi nessuno lo sa
questo è uno show privato
ma ora noi stiamo ballando in pista
birichino
le tue mani intorno la mia vita
lascia andare la musica
siamo mano nella mano
petto a petto
e ora siamo faccia a faccia

io voglio portarti via

lasciati andare nella musica
dj let it play
io non posso rifiutare
il modo in cui fai questo
continui a farmi scatenare
per favore non fermare
per favore non fermare
per favore non fermare la musica

ma ma se,

ma ma sama ma coo sama ma se
,ma ma sama ma coo sa(x4)

per favore non fermare la musica(x2)

io voglio portarti

vialasciati andare nella musica
dj let it play
io non posso rifiutare
il modo in cui fai questo
continui a farmi scatenare
per favore non fermare
per favore non fermare
per favore non fermare la musica(x2)

ma ma se,

ma ma sama ma coo sama ma se,
ma ma sama ma coo sa(x6)

Un caro amico entra nel calcio che conta: grande Christian!

Essendo in questo scorcio di vacanze natalizie in vena di celebrazioni e salamelecchi, dopo avervi parlato di interno 11 voglio rendere di pubblico dominio un altro piacevole evento che mi ha coinvolto indirettamente pochi giorni fa.
Christian Massella, mio caro amico, passa a soli 18 anni dalla società calcistica di Serie D in cui ha sempre militato, l'Ostiamare, all' A.S. Bari, compiendo un triplo salto in avanti, che gli darà la gioia e l'ebrezza di giocare nel campionato cadetto nostrano. Insomma, il vivaio della storica società del litorale romano ha fatto ancora centro e dopo Daniele De Rossi lancia un'altra possibile stella nel firmamento calcistico.
Il luogo comune di "uno su mille ce la fa", come cantava Gianni Morandi, calza a pennello per questo talentuoso trequartista in erba (è nato nel 1990!), con una viscerale passione per la Roma e per i grandi numeri 10 passati e presenti. Per coronare il sogno di essere messo sotto contratto (quadriennale) da una società professionistica, Christian, ostiense purosangue ma residente ad acilia, non ha dovuto fare nè più nè meno di quel che tanti grandi campioni raccontano nelle interviste a proposito della loro infanzia "pallonara": sacrificarsi.
Ma quando, almeno personalmente, un Toni, un Totti o un Buffon, raccontano di quante volte è pesato loro non poter far tardi la sera, non poter bere, fumare e mangiare schifezze, ed altre amenità del genere, ci credo ma non mi fa effetto più di tanto. Loro sono campioni, mi dico, chissà però se è tutto vero, visto che spesso poi parecchi grandi calciatori dimostrano tutto il contrario dentro e fuori dal campo, con comportamenti indegni di un personaggio pubblico,termine di paragone per milioni di bambini.
Ebbene io posso confermare che chi ha "fame di successi" e (tanto) talento ha sicuramente seguito questa ricetta per gran parte della propria carriera, perchè osservando l'evoluzione professionale di Christian, tutto ciò è stato confermato dai fatti. Decentemente bravo a scuola, mai una parola fuori posto, poche ma buone le amicizie e le ragazze che ne hanno accompagnato la crescita, con, manco a dirlo, una famiglia non ricchissima ma di sani principi a monitorare il tutto. Certo, fa veramente impressione pensarlo ora più lontano dai suoi lughi abituali, a non poter più scherzare con gli amici di sempre, soprattutto non poterlo più vedere toccare col vellutato destro il pallone indossando la sua amata casacca numero 10 biancoviola. Per lui giocare nelle giovanili di un ottima e rinomata società come l'Ostiamare era un orgoglio, era già toccare il cielo con un dito; poter lottare per raggiungere traguardi ragguardevoli nell'11 della propria cittadina, era, insomma, come essere un "galactico" del Real Madrid. E bisogna dire che tutto questo gli è riuscito assai bene, perchè in 3 anni, dai giovanissimi agli allievi regionali d'elite, ha inanellato assieme ai compagni un secondo, un terzo ed un primo posto, quello ottenuto lo scorso maggio battendo per 2-1 nella palpitante finale per il titolo regionale allievi il quotatissimo Savio Calcio,società prenestina che da decenni è tra le realtà top del panorama dilettantistico capitolino (tanto per rendere l'idea, l'Ostiamare non vinceva il titolo dal 1994!). Una gara alla quale ho personalmente assistito, disputata sotto un sole cocente nello splendido impianto in sintetico di Via della Pisana in Roma. Quel pomeriggio Christian ha dato a tutti la certezza di essere di un altro livello rispetto ai coetanei, pareggiando con un bolide su punizione l'iniziale vantaggio del Savio e giocando con la presenza di spirito congeniale ai giocatori di nerbo, comportandosi da vero capitano. Il tutto, come se non bastasse, dopo aver segnato 15 gol in campionato e sfornato decine di assist, la sua vera passione. Quest'anno, per testarne subito la straordinaria precocità ad alti livelli, la società lidense aveva deciso di aggregarlo in pianta stabile fin dal ritiro estivo alla prima squadra impegnata in serie D, facendogli saltare la categoria degli Juniores Nazionali, cui, anagraficamente, avrebbe dovuto partecipare. Ebbene, pur in una stagione disgraziata per i "gabbiani" biancoviola, tanto che a tutt'oggi vi sono stati due cambi d'allenatore, Christian ha disputato 13 gare su 17, realizzato 3 reti tutte su azione e costretto alla panchina elementi ben più navigati di lui. Che dire di più, male che vada si ritroverà a giocare nel pur sempre prestigioso campionato nazionale Primavera, perchè dubito che potrà trovare subito spazio nell'11 del neo-allenatore Antonio Conte, ma almeno all'inizio lui starà ancora assieme ai "più grandi".
Tutto nella norma, direte voi, ed effettivamente è così, spero sia nella norma anche il lieto fine. Mi auguro, Christian, che tu possa imparare in fretta e, come si dice in gergo, non ti "bruci": questo è il rischio classico di chi viene proiettato in una realtà nuova, importante e per di più lontana da casa.Insomma, fenomenino, non mollare, verrano senza dubbio momenti difficili, in cui avrai voglia di scappare di nuovo ad Ostia, dal tuo adorato mare (che non è certamente il più pulito d'Italia, anzi), ma fatti forza, perchè sai soffrire e,in fondo, tu sei un mio piccolo orgoglio e credo che la serie A per te sia sempre meno un miraggio! Forza Chri!Per darti la carica allego il video della partita del tuo primo gol in serie D, e quello, mitico, della finale vinta contro il Savio, quando hai deciso di prenderti il tuo sogno ed iniziare a cavalcarlo.