lunedì 31 dicembre 2007

un giusto tributo a chi fa informazione "casalinga": gli amici di interno 11

Ecco un doverso tributo tramite il mio blog al più grande giornale di informazione online di stampo domestico realizzata oltre un anno fa da 5 ragazzi fuorisede di origini calabro-sicule risiedenti nella capitale, ed iscritti in varie facoltà della Lumsa. Il progetto di Interno 11 (dal numero dell'appartamento sulla via Tuscolana che è sede della redazione, oltre che prezioso rifugio dei nostri) è semplice. Raccontare ogni mese le proprie peripezie tramite un sito dedicato di cui trovate il link a lato, e distribuire via mail ai propri contatti l'edizione del giornale appena realizzato. Luigi Di Martino (direttore), Salvatore Gieri (vicedirettore), Antonio e Francesco Cataldo, Corrado Latino: ecco i nomi dei magnifici 5, che con spontaneità, ironia e competenza editoriale e tecnologica sono riusciti a farsi conoscere ben oltre il raccordo....bravi ragazzi, continuate cosi! Vi ringrazio per aver potuto scrivere anche io un paio di pezzi nel vostro giornale, che sta a testimoniare che spesso, quello del fuorisede nullafacente è soprattutto uno stupido clichè.
Di seguito potete trovare due divertenti video tratti da interno 11 tv, la costola multimediale recentemente sorta per volere della redazione, che ben riassumono l'anima di goliardia e onestà intellettuale che indissolubilmente fuse fanno di interno 11 un prodotto divertente, geniale e spontaneo, che di mese in mese ci racconta di lauree, arrivi, partenze, liti, curiosità e vita di un nucleo amicale come pochi al mondo.





la videoinchiesta del nostro gruppo: affitti a Roma, che follia!



Un grazie al fantastico pool di ragazze con cui ho avuto il piacere di lavorare per la realizzazione del nostro reportage: Giulia Mariotti, Michela e Francesca Carè, Francesca Neri....belle, brave e simpatiche!

domenica 23 dicembre 2007

Un film capace di fermare il tempo: "Che ne sarà di noi"



In questo periodo di vacanze natalizie, gioioso, operoso e un tantino strappalacrime, mi è capitato di rivedere assieme ad alcuni amici "Che ne sarà di noi", una pellicola che ricordo con grande affetto ed alla quale sono rimasto legatissimo per svariati motivi. Anzitutto perchè questo film diretto con leggerezza e maestria da Giovanni Veronesi, uscì a due mesi circa dallo svolgimento del mio esame di maturità classica, nell'aprile del 2004, portandomi a vivere una sorta di simbiosi con i protagonisti della storia. Già, perchè la trama tratta di tre ragazzi, Matteo (il pluricelebrato Silvio Muccino), Paolo ( Giuseppe Sanfelice) e Manuel (Elio Germano, bravissimo in "Mio Fratello è figlio unico"), che si trovano, in un rovente inizio d'estate capitolina, alle prese con l'esame di Stato. Al termine di scritti ed orali, Paolo, il "secchione" del gruppo, ricco, intelligente e amante dello squash e Manuel, più estroverso, borgataro e coi capelli da rockettaro, vengono coinvolti da Matteo nel più classico dei viaggi post-maturità, meta la splendida isola di Santorini in Grecia. I ragazzi partono entusiasti e spensierati, con la voglia di divertirsi e spaccare il mondo tipica dei 19 anni, ignari della reale motivazione che ha spinto Matteo-Muccino junior a scegliere l'Ellade come meta del gozzoviglio. Questa spiegazione ha le forme e la sensualità acqua e sapone di Carmen (Violante Placido), la fidanzata di Matteo, molto più grande di lui, che poco prima del termine degli orali parte per Santorini assieme ai propri familiari, in attesa che il ricco immobiliarista Sandro (Enrico Silvestrin), il suo "uomo maturo", venga a trovarla sul proprio yacht extralusso per "allietarle" le giornate. Pensando di fare una sorpresa alla sua amata, e ignaro del tradimento perpetratogli da tempo, Matteo vivrà assieme ai suoi splendidi compagni di viaggio un'esperienza estremamente formativa, come capita a quelle persone che, stando a stretto contatto l'una con l'altra per diversi giorni, finiscono per conoscersi molto meglio ed eventualmente detestarsi un po' di più. Sono diverse le scene che mi restano impresse, come quando, rannicchiato nel sacco a pelo, guardando un cielo stellato, Matteo chiede goffamente ai propri amici: "Ma che Santo è Santorini?", oppure quando Manuel, impegnato in una partita a calcio in spiaggia contro dei tedeschi, prima fa lo spavaldo e, stanco di rispondere alla chiamata di un amico di Roma, dice "Ma che Totti quanno sta pe tirà je rompono cor cellulare??" e subito dopo scoppia a piangere e butta rabbiosamente il telefonino in mare per aver appreso della sua bocciatura agli esami di maturità. Si tratta di un film che nella sua struttura dialogica semplice, lineare, riesce però a dipanare bene i messaggi che intende comunicare alla platea: la perdita della spensieratezza, il termine di una età goliardica come quella del liceale, la necessità e la paura di tre ragazzi come tanti nel vedere cosa c'è nel proprio domani, e la voglia di essere più forti dei problemi e delle insicurezze che ci accompagnano giorno dopo giorno. In una parola, una splendida storia senza età, sul come tre bambocci incominciano a diventare uomini, imparando dai propri errori. Tuttavia i tre ragazzi risponderanno a questo tourbillon di eventi vancanzieri in maniera del tutto inaspettata rispetto alle premesse di inizio film. Il tanto assennato Paolo, che rincorreva i due amici quando appena arrivati in Grecia ne combinavano di tutti i colori ( scappare a razzo senza pagare al ristorante, tuffarsi nelle piscine dei megavilloni dei ricchi del posto dopo aver saltato le recinzioni, ecc...) partirà per la Turchia senza tornare a Milano per iscriversi alla facoltà di Economia, dopo esser rimasto folgorato dall' incontro con una procace ragazza-madre che lo raserà completamente a zero. Manuel, che dal primo fotogramma incarnava la figura del tipico bulletto romano, guascone, eccessivo e un tantino manesco, tornerà a Roma da ripetente e col volto tumefatto dopo la rissa con tre inglesi che stavano massacrando un povero cagnolino sotto ai suoi occhi, ed accetterà di aiutare la madre vedova nel negozio di animali che aveva sempre detestato. Infine Matteo, dopo essere stato ampiamente dileggiato dai due amici non appena viene scoperto il reale motivo del viaggio in terra ellenica, capisce che Carmen non è la donna che fa per lui, essendo volubile, supponente e viziata e la abbandona, non prima di averla salvata da un party tutto orge e cocaina organizzato nello yacht di Sandro-Silvestrin.
Pertanto, oltre ad essere legato a questo film per il periodo che questi è capace di ricordarmi, ciò che mi lascia un'aura di magia ogni volta che lo guardo è proprio quella sensazione di chi, come me, si rivede in tantissime espressioni e atteggiamenti messi in scena da questo ottimo e giovane cast, e forse, si ritrova irrimediabilmente diverso da quattro anni fa. A corroborare la bellezza di questo piccolo gioiello del nostro cinema,realizzato praticamente a costo zero (e giustamente premiato nel 2005 con il David di Donatello) contribuisce la splendida colonna sonora realizzata da Gianluca Grignani ed Andrea Guerra. Il tormentone che fa da riff a tutto il lungometraggio si intitola proprio "Che ne sarà di noi" e ve lo lascio gustare nel secondo video posto in allegato alla fine dell'articolo. Concludo segnalandovi una chicca: proprio in "Che ne sarà di noi" fa il proprio esordio sul grande schermo Katy Louise Saunders, qui autrice di una particina nel ruolo di "Cicalina" la ragazza da sempre segretamente innamorata di Matteo-Silvio, tanto da seguirlo a sua volta in grande incognito durante il viaggio in Grecia.La Saunders sarà poi protagonista dei blockbuster adolescenziali "Tre Metri Sopra il cielo" e "Ho voglia di te", in coppia con l'altro bellone emergente del cinema nostrano, Riccardo Scamarcio.