giovedì 10 gennaio 2008

Affitti esorbitanti parte 2: il parere di un esperto




Spesso l'unico modo di capire bene gli automatismi di un determinato fenomeno è rivolgersi ad uno che in quell'ambito se ne intende. Ed è quello che ho fatto, per chiarirmi le idee riguardo alla problematica dell'enorme costo degli affitti nella capitale, anche per dare un seguito concreto alla videoinchiesta che il mio gruppo ed io abbiamo realizzato per questo corso.
Per questo ho contattato alcune agenzie immobiliari della mia zona, e dopo alcune ricerche, il 9 gennaio scorso sono riuscito ad ottenere un appuntamento "de visu" con il signor Walter Amatore (foto sopra, google), operatore di settore presso il punto vendita Grimaldi (uno dei franchising leader per la compravendita immobiliare)di Ostia Lido, nota località balneare di Roma sud.
Ecco il resoconto della mia intervista al signor Amatore

Giovanni: Sig.Amatore, sa dirmi da dove ha origine, a Roma come nelle altre grandi città italiane, il problema degli affitti dai costi insostenibili?

Sig. Amatore: Una delle tante cause della difficoltà di trovare case in locazione (in affitto ndr), con canoni sempre più alti, è da rinvenire anche nelle banche, promotrici fino a 6 anni fa di tassi d'interesse sui mutui estremamante vantaggiosi. Pertanto i risparmiatori sono stati invogliati all'acquisto del cosiddetto "mattone", universalmente considerato come "bene rifugio".

G: Scusi l'gnoranza, ma che cos'è un "bene rifugio"?

A: Tecnicamente si tratta di un bene che, come appunto la casa, è storicamente in grado di mantere al riparo l'investitore dalle più brusche crisi di mercato, e dagli annessi pericoli di svalutazione. Il "mattone" possiede già da sè queste caratteristiche di stabilità, che a partire all'incirca dal 2002 sono state ancor più messe in risalto dall'offerta dei tassi d'interesse di cui le accennavo prima.

G: Capisco, pertanto sembrava tutto perfetto, e invece?

A: ..E invece è successo che un'anomalia tutta italiana ha mandato a monte i buoni propositi.Fermo restando che l'83% circa degli italiani è proprietario della casa in cui abita, chi ha deciso di acquistare un secondo immobile per affittarlo, non disponendo della somma totale per l'acquisto, ha fatto ricorso a mutui che fino a metà 2007 erano estremamente interessanti. Pertanto il soggetto che decide di affittare a terzi, al cosiddetto "conduttore", spesso per coprire la rata del mutuo della propria abitazione, richiede un affitto di pari importo, spesso eccessivamente alto per le tasche dell'inquilino.

G: Può farmi un esempio pratico?

A: Dunque, basandoci sulla tipologia abitativa di solito ricercata dallo studente, prendiamo in esame un bilocale non centralissimo, diciamo al quartiere Alessandrino (periferia est di Roma ndr),dal costo mediamente richiesto di 180.000 euro. Il soggetto interessato all'acquisto, che dispone di una liquidità di 100.000 euro, richiede un mutuo di 80.00 euro da saldare in 10 anni per poter acquistare l'immobile stesso, ad un tasso d'interesse fisso che può variare tra il 5,20% ed il 5,80%, con conseguente rata mensile di 830-890 euro. Quindi l'investitore per supportare tale rata, quasi certamente chiederà un canone d'affitto uguale e a volte anche superiore alla rata mensile del mutuo. Canone che non essendo alla portata dell'inquilino, lo constringe a rinunciare a prendere in affitto la casa. Senza contare poi le varie richieste di tasse (Irpef, Ici, ecc...) che dissuadono sempre di più il proprietario ad affittare di volta in volta ad un prezzo diverso.

G: In base a quello che mi dice quindi, i proprietari sono quasi costretti a spolpare gli affittuari, c'è dell'altro?

A: Certamente, si tratta di una forma di speculazione. Un altro tallone d'achille è che per la conformazione del mercato immobiliare italiano, proprio perchè ci sono più case di proprietà che immobili dedicati esclusivamente all'affitto, la domanda è sempre più alta rispetto all'offerta, ed i prezzi salgono fisiologicamente.

G: Detto questo come è possibile porre rimedio alla situazione?

A : Ci vuole un cambio di direttive a livello di governo centrale, soprattutto premiando il locatore, ovvero chi affitta l'immobile, ad esempio facendogli pagare meno ICI (la tassa comunale sugli immobili) e meno Irpef (la tassa imposta alle persone fisiche su tutto ciò che determina un reddito per le medesime). Mentre chi paga il canone potrebbe detrarre dai propri redditi una parte dell'affitto stesso, per invogliarlo a non comprare a sua volta una casa di proprietà.

G: Come è trattata la tematica nei Paesi europei più all'avanguardia?

A: Guardi, a proposito di quanto dicevo prima, in Germania, ad esempio lo Stato si premura di sviluppare con serietà una edilizia popolare, sempre stando attento alla richiesta derivante dalla crescita demografica. Per quanto riguarda l'edilizia privata, questa viene agevolata nella tassazione e non solo. Per cui, un imprenditore che intenda costruire una palazzina di 20 appartamenti, è invogliato dallo Stato, per i motivi di cui sopra a destinare 12 appartamenti alla vendita e 8 all'affitto, mantenendo fin dall'inizio alta l'offerta per le due tipologie di mercato. Ecco perchè molti Tedeschi abitano in affitto nella propria nazione e in Italia vengono a comprare la seconda casa, come in Umbria, Toscana e Sardegna.

G: La ringrazio molto signor Amatore!

A: Di nulla, buongiorno.


Feed Rss e Blog: come sfruttarli al meglio



Ripassando a man bassa in vista dell'esame, mi sono imbattuto in due video istruttivi. Il primo spiega cosa sono e a cosa servono i Feed, ovvero uno degli argomenti secondo me più interessanti tra tutti quelli che ho dovuto esaminare in questi mesi durante il corso di Editoria Multimediale. Il filmato è una vera manna per i profani di informatica ma anche per chi vuole rinfrescarsi un pò le idee al rigurardo. Nel secondo video, invece, viene spiegato come creare un proprio blog attraverso questa stessa piattaforma dalla quale vi sto scrivendo, blogger.com. Tuttavia, pur cambiando il provider, ovvero il fornitore del servizio, queste procedure sono rapide, semplici e standardizzate, pertanto, procedendo per analogie, non vi sarà difficile creare il vostro spazio personale anche aderendo ad un portale differente. Buona Visione!



Due kolossal sempreverdi della comicità italiana: riscopriamoli




Domani, 11 gennaio,è la data che molti cine-calciofili aspettavano, dopo l'annuncio dato da più di un anno: "L'allenatore nel pallone 2" sarà finalmente nelle sale cinematografiche del Belpaese. La celeberrima Bi-Zona ed il modulo tattico 5-5-5 del mitico allenatore Oronzo Canà, alias Lino Banfi, tornano in una riedizione modernissima, pronti a far ridere a crepapelle la platea italiana, come accadde per il primo episodio, datato 1984. Questa volta come allora, tantissimi campioni e illustri addetti ai lavori hanno fatto la fila per essere presenti almeno per un piccolissimo cameo: Materazzi, Totti, De Rossi, Aquilani, Del Piero, il Presidente della Lazio Claudio Lotito e molti altri, tutti insieme appassionatamente per rendere omaggio ad una pellicola cult nel suo genere. In clima ampiamente bipartisan, vi ripresento un'estratto del primo "Allenatore nel pallone", mentre nel secondo video trovate la sigla iniziale vero marchio di fabbrica dell'altro blockbuster cinepallonaro italiano per eccellenza,"Eccezziunale....Veramente", con Diego Abatantuono (anch'esso onorato con un episodio successivo nel 2005). Per ricordarci di una comicità, e forse di un modo d'intendere il calcio dove tutto era più pulito, leggero, popolare, e che ora, tra moviole in campo, diritti televisivi, telefonini, polemiche e moggiopoli varie, putroppo ci sfugge.



Salute e Sport, un binomio necessario e possibile






L'anno appena conclusosi ha fatto registrare ancora una volta l'annosa piaga costituita da una fra le più particolari morti sul "lavoro" mai esistite, quelle di chi fa sport. Dai calciatori Antonio Puerta (nazionale spagnolo in forza al Siviglia) e Phil O'Donnell (capitano degli scozzesi del Motherwell),a svariati amatori,tra cui il 18 enne arbitro veronese Lorenzo Modena, molti, troppi esseri umani sono morti sul campo. Nel ventunesimo secolo è francamente inaccettabile che qualsiasi agonista, a qualunque livello, in qualunque disciplina, si trovi a dover rimettere il proprio bene più grande, la vita, perchè i controlli sanitari a cui si era sottoposto non erano accurati. Si tratta di un atto d'incoscienza talvolta inconsapevole, che tanto quanto la pratica del doping mina dalle fondamenta una delle attività maggiormente salutari che possano riguardare l'uomo, l'attività motoria. Va tenuto presente che ancor prima d'essere un modo per far guadagnare denaro ad atleti, manager e pubblicitari, ancor prima che uno spettacolo da sparare a tutto dolby surround sul proprio plasma di casa, lo sport è funzionale al benessere, nasce per dare un corretto equilibrio psicofisico all'individuo, e deve essere svolto in totale sicurezza. La pratica sportiva ha come proprio centro propulsore l'atleta e l'esigenza dello stesso di essere clinicamente monitorato in maniera soddisfacente per tutta la carriera. Questo diritto, spesso non esercitato correttamente, spetta al professionista come al dilettante che "ramazza duro" nei campetti e nei palazzetti di periferia. Si tratta anzitutto di uno svago, e per definizione è assurdo morire per una cosa piacevole. Dopo questa personale premessa, riporto di seguito l'intervista rilasciata pochi giorni fa alla Gazzetta dello Sport dal Dottor Mario Brozzi (foto sopra), da 8 anni medico sociale dell' A.S. Roma, che si fa promotore di una splendida iniziativa a riguardo (per chi volesse approfondire, ecco il suo sito: www.mariobrozzi.it),animato anche da motivazioni personali. Leggete, leggete...

ROMA, 4 gennaio 2008 - Questa è una storia che parte dalla morte per arrivare alla vita. C’è un ragazzo che non ce l’ha fatta, una ragazza che si è salvata e tanti altri che sono nel mezzo. Ragazzi da aiutare attraverso lo sport. Proprio per essere stato toccato in prima persona un uomo si è mosso ed ha fatto muovere una delle maggiori società di calcio del mondo. Quest’uomo è Mario Brozzi, medico sociale della Roma e professore all’Università di Tor Vergata. Grazie al suo impegno (ma non solo) da quest’anno trentamila atleti affiliati alle ottanta società satelliti del club giallorosso potranno usufruire di un protocollo sanitario identico a quello del calcio professionistico italiano. Perché casi come quello di Puerta (Siviglia) e O’Donnell (Motherwell) non debbano accadere mai più, neppure nei campi di periferia.
Professore, il suo progetto si chiama «Sport per la vita». Come nasce?
"Nasce dal fatto che in Italia non si è ancora compreso come lo sport sia una cosa seria. Il paradosso è che noi tuteliamo i ricchi e trascuriamo i poveri. Nel senso che i nostri protocolli medico-sportivi sono all’avanguardia nel mondo, ma i rischi sono spostati in basso, dove ci sono giovani inconsapevoli dei problemi, soprattutto perché la medicina scolastica non dà garanzie e ora non c’è più neppure lo screening dei "tre giorni" del militare. Cioè, se da una parte è un orgoglio vedere scoperti casi come quelli di Kanu e Fadiga (interisti bloccati per problemi cardiaci, ndr) o leggere giornali spagnoli che dicono: "Puerta in Italia non sarebbe morto", dall’altro c’è da lavorare".
E proprio per questo si è mosso?
"Sì, due episodi accaduti a poca distanza l’uno dall’altro per certi versi mi hanno cambiato la vita. Nel 2006 un ragazzo di 16 anni, Giorgio Castelli, è morto in un campetto di periferia, a Tor Sapienza, tra le braccia del fratello gemello. Non sapeva di avere una patologia cardiaca simile a quella di Puerta. Quel lutto ha spinto suo padre Enzo a creato una Fondazione ed il sindaco Veltroni, sensibile a questi temi, a convocare me e Vito Scala (il preparatore di Totti, ndr) per chiederci di fare qualcosa. Poi poche settimane dopo è successo altro".
Che cosa è accaduto?
"Vede, io sono un bell’uomo, famoso, abbastanza ricco, ma all’improvviso mi è crollato il mondo addosso quando ho scoperto che mia figlia Valeria, 17 anni, soffriva di anoressia. Il suo importante papà non aveva abbastanza tempo per lei e questo è stato il suo modo per comunicarmelo. A un certo punto è stata 28 giorni senza toccare cibo, arrivando a pesare meno di 40 kg pur essendo alta quasi un metro e settanta. L’ho insultata, l’ho picchiata e mi sono quasi arreso quando lei mi ha detto: "Non mi interessa vivere in questo mondo". Ecco, io allora ho chiesto a Valeria: "Se non posso farti cambiare idea, aiutami almeno a migliorare la vita di chi verrà dopo di te". Da quel momento in lei qualcosa è scattato, si è tuffata nel mio progetto e ora per fortuna sta bene, lavora al nostro sito e collabora anche con un quotidiano".
Qual è adesso il suo obiettivo?
"Portare lo stesso protocollo sanitario dello sport agonistico a tutti i livelli. In questo ho trovato la piena adesione di Rosella Sensi e dal 2006 la Roma è l’unico club italiano che controlla gli atleti delle giovanili come quelli della prima squadra. Ma non ci basta. Da oggi a settembre renderemo obbligatori questi controlli per tutti i trentamila atleti delle 80 società affiliate alla Roma. I costi? grazie al coinvolgimento del centro di medicina sportiva Villa Stuart e dell’assicurazione Aurora, riusciremo a far spendere alle famiglie solo 8 euro al mese. Ogni atleta avrà una sua medical card inserita in una banca dati sempre aggiornata e che avrà la mia supervisione. Vogliamo creare una Consulta giovanile sportiva chiamata a scrivere il primo Decalogo etico dello sport. Perché il messaggio dev’essere questo: niente più morti improvvise, tutela della salute e creazione di regole etiche condivise e non imposte. Così sarà più facile dire no anche all’abuso di farmaci e al doping come scorciatoia. La Scuola di Etica dello Sport dell’Università di Tor Vergata, di cui sono il direttore, nasce anche per questo".
E questo è un modo per affrontare il disagio giovanile?
"Esatto. Non dimentichiamo che in Italia il 30% dei giovani soffre di disturbi alimentari, il 62% dichiara di usare stupefacenti, 37% di far saltuariamente abuso di alcolici, l’1% di assumere psicofarmaci. Ecco, noi dobbiamo salvaguardare la loro salute e il loro futuro anche attraverso lo sport. Da ora in poi qui a Roma vogliamo farlo sul serio, a qualsiasi livello".
Massimo Cecchini

mercoledì 9 gennaio 2008

Have a Will: Will Smith, attore dai mille volti.

Con il gioco di parole presente nel titolo (Have a Will è traducibile, dall'inglese, sia come "abbi una speranza", ma anche, in maniera più libera, in " comprati uno Will") intendo presentarvi la clip originale sottotitolata in italiano del nuovo blockbuster di Will Smith, "Io sono leggenda". Si tratta della trasposizione filmica diretta da Francis Lawrence dell'omonimo romanzo-catastrofe di Richard Matheson (datato 1975). Nella pellicola, che uscirà in Italia venerdì prossimo, 11 gennaio, Smith interpreta il ruolo di Robert Neville, immunologo che si trova in una New York apocalittica e devastata da un misterioso virus dal quale lui sembra immune, ma che invece ha spazzato via l'intera umanità. Suo compito sarà quello di sopravvivere alle molteplici avversità assieme al suo fedele cane lupo,trovare un vaccino contro la pestilenza e salvare eventuali superstiti. Film capace di raggranellare negli Stati Uniti ben 230 milioni di dollari, è stato fortissimamente voluto dallo stesso attore afroamericano, che il magazine americano Time ha inserito tra le 50 persone più intelligenti di Hollywood. Willard Christopher Smith Jr., il buon vecchio Principe di Bel Air, è ora l'attore di punta dell'industria cinematografica statunitense, avendo battuto nel computo degli incassi complessivi dei suoi film mostri sacri di Hollywood come "i due Tom", Hanks e Cruise, arrivando a sommare circa 2,2 miliardi di dollari solo al botteghino. Ma quel che anima Smith, come lui stesso afferma in una lunga intervista concessa a Panorama la scorsa settimana, è "la voglia di voltarmi indietro e di poter dire: Hey, nessun fottuto attore ha una gamma di ruoli tanto vasta quanto la mia!". Di sè dice di essere "la persona più ossessiva che io conosca", ed aggiunge anche che "questa foga mi è giunta quando, a 16 anni, dopo essere stato lasciato dalla mia prima ragazza, decisi che nessuno mi avrebbe più fatto capire che non ero abbastanza per lui". Effettivamente adesso può dire di avere vinto entrambe le scommesse: è desideratissimo dallo star system ed ha una gamma rappresentativa con pochi eguali e ancor meno flop, avendo recitato in film drammatici (" Sei gradi di separazione", "La ricerca della felicità", "La leggenda di Bagger Vance") biografici ("Ali"), comici ("Hitch", la saga di "Man in Black"," Wild Wild West"), fantascientifici ("Independence Day", suo primo grande successo, ed "Io Robot") e d'azione (Bad Boys I e II). Un attore\produttore che, come i grandissimi del passato, può ora scegliere quando, con chi e su quali copioni lavorare, promuovendo anche figure emergenti che non riscontrano immediatamente il favore del suo clan, come è stato per il nostro Gabriele Muccino. Will ha preteso ad ogni costo che a dirigerlo in "La ricerca della felicità" fosse Muccino Senior, ed i fatti gli hanno dato ragione (tanto che lavoreranno di nuovo assieme anche nell'imminente "Seven Pounds").
L'eterno ragazzino nato e cresciuto nella parte est di Philadelphia il 25 settembre del 1968, figlio di una segretaria scolastica e del proprietario di una ditta di refrigerazione, ha avuto un'adolescenza piuttosto agiata, lontano dagli stereotipi tutto pupe e pistole tipica dei rapper neri alla 50 cent. Tuttavia non rinnega mai il suo primo, intenso amore professionale, giustappunto la musica Rap e proprio per congiungere idealmente le sue due anime, attore e cantante, nel secondo video troverete uno dei suoi pezzi più riusciti, "The Switch"(brano dell' agosto del 2004). E sapete cosa mi lascia di stucco, appena ripenso a tutto quello che ho scritto? Che lui stesso, descrivendosi, spesso dice: "ho un talento mediocre, ma una voglia bestiale di riuscire". Che sia verità o falsa modestia, complimenti, signor Smith.



Web 2.0: l'architrave della comunicazione mondiale

Ecco finalmente un video concreto, semplice ed intuitivo che tramite San Youtube è messo a disposizione della moltitudine per capire cosa sia Web 2.0, "portento" di cui tanti guru dell'informatica parlano entusiasti (a ragione). Non è altro che la moderna architettura su cui si fonda l'attuale rete di internet (sfruttata praticamente da tutti i media), evoluzione della vetusta 1.0, che di fatto riutilizza in maniera "enhanced", cioè potenziandola con alcune nuove funzionalità, le caratteristiche del primo web. Nel nome di 3 termini chiave, ovvero Ipertestualità, Semplicità, Condivisione, osservate attentamente, la comunicazione è intorno a noi.

martedì 8 gennaio 2008

Nicolas Sarkozy: ritratto di un presidente sui generis




In questo post cerco di spiegarmi, e di spiegarvi, uno dei personaggi politici che stanno avendo, volente o nolente, maggiore visibilità negli ultimi mesi: il Presidente della Francia Nicolàs Sarkozy. Al di là di ogni preferenza politica, che comunque nel giudizio soggettivo di ognuno ha il suo bel peso, credo che quest'uomo sia da analizzare a tutto tondo per capirne bene la personalità e la vitalità non comune. Ebbene si, di faccendieri, di intrallazzatori politici ne è pieno il mondo e sempre lo sarà, come del resto abbondano i grandi Capi di Stato. Quello che mi preme fare per uscire dalla monotonia di uno scialbo resoconto biografico, è portare alla luce alcune sue azioni che me lo fanno connotare come "alternativo". Azioni che nella loro teatralità avrei voluto avere il coraggio\possibilità di compiere anch'io. Anzitutto Sarkozy è il primo presidente di origine straniera che la Francia abbia mai avuto, essendo il caro "Sarko" di origine ungherese, come il proprio cognome lascia intuire. E questo, cari miei, è senza dubbio un elemento emblematico di quello che lui chiama la sua "rupture", la sua personale azione di "rottura" col passato transalpino. Già, perchè è un fatto eclatante che nella Repubblica presidenziale francese, la più chauvinista, fiera ed autarchica del mondo, vengano date le chiavi dell'Eliseo ad uno, che, sostanzialmente, di gallico ha ben poco nelle vene. Secondo indizio, la sua incredibile, turbinosa capacità di arringare le masse, avvalendosi di tutto e di tutti. Per farsi eleggere ha sfruttato la compagnia dell'oggi ex-moglie Cecilia, per comporre con questa l'ideale famiglia francese, e perorare la causa del suo U.M.P. (Partito per un movimento popolare). Beh, che cosa fa il Nostro poco dopo l' elezione: divorzia, e,il 30 ottobre, giunge voce di un emendamento con cui si aumenta lo stipendio, perchè a suo dire "un Presidene della repubblica non può guadagnare meno del Primo Ministro". Già non erano spiccioli, si trattava di 8.000 euro al mese, ma Sarko ha fatto schizzare la sua paga a circa 19.000 euro, esattamente come il suo Primo Ministro, Francois Fillon. Niente male, per uno che è ufficialmente in carica dal 16 maggio 2007. Senza contare che nell'agosto scorso aveva scatenato un vespaio tra i benpensanti andando in ferie assieme alla famiglia usufruendo dello yacht privato di Vincent Bollorè, uno degli industriali più influenti e ricchi dell'Esagono, alla volta di Wolfeboro, splendida località faunistica degli Stati Uniti. Ad ottobre Supersarko si è trovato a dover fronteggiare una quantità di scioperi da mettere i brividi: fermo tutto dagli autobus agli aerei ai treni, con l'aggiunta di manifestazioni di protesta nelle Università, nella banlieue parigina che tanto lo detesta ed azioni di sabotaggio di ogni genere. Ebbene, dopo aver superato anche questo ciclone, "Le President", decide di darsi alla bella vita, creando il feuilleton capace di fare la fortuna dei rotocalchi di Gossip, quello con la modella-cantante italiana Carla Bruni. Effettivamente Sarkozy è sempre stato abbastanza movimentato anche nella vita privata, arrivando a sommare allo stato attuale due matrimoni e tre figli, di cui uno, Louis, con l'ultima ex, la mancata first lady Cecilia. Dopo averla incontrata a casa del celebre pubblicitario Jaquès Seguèlà, il quasi 53enne presidentissimo (essendo nato a Parigi il 28\1\55), fiero esponente della destra transalpina, ha deciso di corteggiare spietatamente Mademoiselle Bruni, torinese, che ha da poco passato i quaranta ed ha una lista di matrimoni andati a monte (2) e relazioni "take away" da far impallidire Rodolfo Valentino (nel suo carniere sono finiti, tra gli altri, Mick Jagger, leader dei Rolling stones, il chitarrista Eric Clapton, il multimiliardario Donald Trump e Raphael Enthoven, filosofo che gli ha donato suo figlio Aurèlien).
Evidentemente due tipi turbolenti che si sono piaciuti subito, tanto da farsi ritrarre furbescamente in libera uscita assieme ai rispettivi bambini a Disneyland Paris, dando "giornalisticamente" inizio alla liaison. Ultimamente nuovi borbottii dell'opposizione per il suo viaggio natalizio effettuato in Egitto, sempre grazie al jet privato dell'amico Bollorè, con figliolanza al completo, sia per lui che per lei, tanto da dover affermare tramite comunicato dell'Eliseo, che "i francesi non hanno speso un euro, stiano tranquilli". Proprio questo mischiare il pubblico col privato, questo mostrarsi sempre sicuro di sè, sempre molto mediatico ed innovativo è una delle costanti del nuovo Presidente. Come quando nel 2004 rispose pacatamente e con un lungo intervento sul blog di Mathieu Kassovitz, regista francese, che lo aveva criticato pubblicamente, quando ancora non era Presidente. Proprio oggi, invece, all'interno dell'Eliseo ha tenuto una conferenza di circa due ore per fare il punto della situazione. Della Francia, ma anche sua personale, per mettere a tacere tutte le illazioni. Dinanzi ad una pletora di circa 600 giornalisti provenienti da 40 Paesi, Sarko ha messo subito in chiaro che "la relazione con la Bruni è una cosa seria, ma non sarà Le Journal de Dimanche a decidere la data delle nozze, probabilmente lo saprete quando sarà già avvenuto tutto". In questo caso Sarkozy ha fatto riferimento al periodico che aveva indicato in quel giorno le nozze presidenziali. E, proseguendo, ha continuato a spiegarsi col suo stile inconfondibile ed affabulatore, che tanto ricorda il nostro Berlusconi e che così poco piace all'opposizione socialista, indicando le linee guida della politica francese. Nello specifico, l'inquilino dell'Eliseo afferma che "la mia politica è quella della civilizzazione, dove l'uomo occupa il centro della scena", ed afferma di voler dare libertà nuove ai propri cittadini, prevedendo per questo una pioggia di riforme, anche perche, continua, "mi rendo conto che i problemi sono ovunque e capisco l'impazienza dei francesi". Di inaspettato inoltre vi è il desiderio di Sarkozy di bandire totalmente gli spot dalle reti televisive pubbliche francesi, grazie ad una "tassa più alta sugli introiti delle tv private e da una tassa infinitesimale sull'accesso ai nuovi mezzi di comunicazione, come internet e la telefonia cellulare". In conclusione rilancia il ruolo della Francia come "fulcro del nuovo rinascimento" e si mostra aggressivo come suo costume riguardo alla questione mediorientale: "Resteremo in Afghanistan, perchè stiamo combattendo contro i barbari" ed ha poi bollato come ipocriti chi vuole la ritirata della truppe da Kaboul e poi "versa lacrime di coccodrillo quando lì accanto, in Pakistan, è stata uccisa Benazir Bhutto".
E allora avanti così, all'insegna del motto....il est fort, il est jeune, il est Super-Sarko (forte, giovane, è Supersarko).