martedì 27 novembre 2007

un numero 11 fatto di sudore e sangue





Premetto che non sono per nulla obiettivo nello scrivere questo articolo, come non potrebbe esserlo un sostenitore del proprio idolo, in qualsiasi contesto questi si trovi ad operare. Che si tratti di un politico, di uno sportivo, di una figura storica, di un funzionario di stato, di un uomo di spettacolo, o chiunque ognuno di noi stimi particolarmente, credo vi sia una cosa da precisare riguardo a quel che si intende per "idolo". Almeno per me idolo è quella figura che meglio incarna il mio modo di essere, in cui riesco a rivedere in parte o in tutto la mia personalità, il mio stile, il mio modo di approcciarmi al mondo. Dunque non necessariamente il numero 1 di sempre, non il personaggio maggiormente strombazzato dai media o sbrilluccicante di paillettes e carico di onori, in poche parole, non IL migliore in valore assoluto. Tutto questo è per me Alberto Gilardino da Cossato, provincia di Biella, nato nell'anno domini 1982, professione centravanti, in una squadra scomoda, grande e bella, ma sempre scomoda, il Milan. Nato in una annata per noi calcisticamente gloriosa, allorchè ci alureammo per la terza volta campioni del mondo durante il "Mundial" di Spagna, Gilardino fa validissima compagnia ad altri ragazzi d'oro dell'82', Cassano e De Rossi solo per citarne alcuni.
I due video che vedete sopra (anche da simile abbondanza si intende che l'obiettività c'è ma la passione sovrasta il tutto!)stanno a testimoniare quel che dicevo pocanzi: si tratta di un ragazzo comunissimo, venuto fuori dal settore giovanile del Piacenza, non della Roma o della Juventus, che lavorando giorno per giorno ha saputo affinare la sua tecnica e sfruttare al meglio la sua enorme potenza e intelligenza tattica. Mi rivedo in lui per la sua grande carica emotiva, per quella capacità di rispondere alle critiche sul campo, senza mettere in mezzo compagni, stampa o allenatori. E sapendo anche incassare batoste mediatiche forse ingiuste, rispondendo con la forza dei suoi 94 gol in serie A e con Mondiale e Champions League in tasca a soli 25 anni. C'è chi dice che ha abituato eccessivamente bene la sua platea negli anni di Parma, forse è vero, perchè per qualsiasi professionista, in qualunque lavoro, quando dai l'idea di essere THE ONE, la nuova faccia pulita, inarrivabile e vincente, non hai scampo, devi sempre fare non bene ma benissimo. Forse giustamente, forse no, perchè attingendo all'enorme Pozzo di San Patrizio dei luoghi comuni, il calciatore non soffre, il calciatore ha sempre donne, soldi (nel caso di Gilardino molto meno di tanti suoi colleghi, 2.5 milioni di euro all'anno) e fama, dunque deve produrre spettacolo a getto continuo. Verissimo, dai muratori ai metalmeccanici c'è chi sta peggio, però c'è da dire che il nostro da quando è al milan in 2 stagioni e spiccioli ha per ora messo a segno 35 reti solo in campionato, col picco di 17 centri quando faceva coppia con un certo Shevchenko (quello vero però!)
"Gila", come lo chiamano i tifosi, è cresciuto, è forse meno spensierato e guascone in campo, non mima più il violino quando va a segno, forse perchè sente il peso di essere in una società come il Milan, più cosmopolita e meno a dimensione umana di Piacenza, Verona e Parma. Ha fatto i suoi errori,superando tra l'altro le forche caudine di "vallettopoli", qunado la scorsa estate rischiava di essere triturato da quell'uomo di dubbio gusto quale è Fabrizio Corona. Soprattutto quando giocava nel Verona stava per morire in un incidente d'auto, quando finirono tragicamente in un fiume lui ed il suo allora compagno Giuseppe Colucci, che era alla guida. E in molti si dimenticano che la concorrenza nel suo campo, Gilardino per ora l'ha sempre vinta, al Verona togliendo il posto ad Adailton, a Parma scalzando Adriano, che ora ha problemi psicologici (?) che non possono essere risolti in campo. Concludendo, io come lui ho spesso il difetto di voler spaccare il mondo, come si dice in gergo, di voler dimostrare sempre qualche cosa di troppo a chi critica. Questo è un grande sbaglio, perchè si tratta di un atteggiamento che toglie lucidità alla mente e dà ansia. Mai mi era capitata una tale simbiosi con un Vip, come orrendamente Gilardino viene descritto dalle testate scandalistiche, e per questo sono orgoglioso di sbandierare questa stima sul mio blog, senza paura di essere tacciato come esagerato o puerile. Provate a chiedere ad un vero un tifoso della Roma se Totti non è l'ottavo Re di Roma, se non è degno di tutti i post di questo mondo.
P.S.: la folgorazione totale e insensata è scattata dopo essermi consumato gli occhi rivedendo almeno 20 volte il gol segnato dal "Gila" al Lecce in rovesciata nell'ultima giornata del campionato 2004\2005, che potete ammirare nel primo video più o meno al minuto 4:27. Tutto questo per la precisione!

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